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Obiezioni

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Ponte di Messina

Obiezioni al Ponte

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina è una delle opere infrastrutturali più discusse della storia italiana. Accanto a chi ne sottolinea i benefici economici, occupazionali e di mobilità, esistono numerose obiezioni, critiche e proteste avanzate da cittadini, tecnici, ambientalisti e osservatori politici.

I TIMORI DEL NO PONTE

Il Ponte sullo Stretto di Messina è un’opera di straordinaria portata simbolica e tecnica. Accanto all’entusiasmo di chi lo vede come strumento di rilancio per il Sud e di integrazione tra Sicilia e continente, non mancano posizioni critiche.

Temi come l’impatto ambientale, i costi di realizzazione, le priorità infrastrutturali alternative e la sostenibilità economica alimentano da decenni un acceso dibattito. Questa pluralità di opinioni rende il progetto non solo una sfida ingegneristica, ma anche un caso emblematico di confronto politico, sociale e culturale nel panorama italiano ed europeo.

A seguire le principali perplessità legate alla realizzazione del Ponte sullo Stretto – dall’impatto ambientale e sismico, ai costi e alla sostenibilità economica, fino agli aspetti sociali e territoriali – con l’obiettivo di fornire un quadro chiaro e documentato del dibattito pubblico.

Costi

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D: Il costo complessivo è di 13,5 miliardi?
R: No. La stima ufficiale prevede che il costo dell’intera opera – ponte e raccordi inclusi – non supererà i 13,5 miliardi. Il Ponte costerà 5 Mld, mentre i raccordi autostradali e ferroviari, le nuove stazioni, le infrastrutture accessorie a Messina e Reggio Calabria, le opere compesantive e gli esprori incideranno per 8,5 Mld.

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D: La Stretto di Messina è costata più di un miliardo e non ha prodotto nulla.
R: Dal 1981 al 2012 la Stretto di Messina S.p.A. ha svolto una enorme attività di analisi e selezione delle ipotesi progettuali, scelta della soluzione tecnica, redazione del progetto preliminare e definitivo coon 10.000 piani e con tutti i pareri richiesti dalla legge e infine ha coferito l’appalto al consorzio Eurolink. Il costo complessivo corrisposto per le suddette attività fondamentali e preliminari è stato certificato e ammonta a circa 312 milioni di euro per tutto il trentennio.

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D: Assurdo spendere 300 milioni solo per il progetto
R: La progettazione di una opera unica e senza precedenti quale il Ponte di Messina, esige analisi, test, collaudi, progettisti, gallerie del vento di primissimo piano. In genere per le grandi infrastrutture il costo della progettazione incide cicra per il 10% del valore complessivo dell’appalto. Per il Ponte di Messina questa percentuale è stata ben inferiore al 3%.

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D: L’Italia è in difficoltà economica e non ci sono i fondi per realizzarlo
R: L’Italia attraversa un momento di prosperità econonomica, ma i fondi europei di coesione e di contiguità territoriale per le infrastrutture ammontano a circa 120 miliardi ogni 7 anni. Il paese ha dunque risorse sufficienti per sostenere la realizzazione dell’opera che in ogni caso renderà circa 800 mln annui e genererà un aumento del Pil di 23 Mld per 5 anni.

Ambiente

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D: L’impatto ambientale sarà devastante
R: Non è così. Oggi lo spostamento da e per la Sicilia si affida a navi e aerei, che inquinano molto più dei treni. Le navi elettriche, peraltro, devono comunque produrre energia bruciando combustibile navale: soluzioni “a emissioni zero” non esistono.

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D: Il Ponte rovinerà le coste
R: I piloni di entrambe le ponde, non saranno collocati né in spiaggia, né in mare. Le coste rimarranno libere, valorizzate da camminamenti e aperte alla balneazione senza rischi e limitazioni.

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D: La bellissima Torre Faro sarà distrutta
R: Per fortuna non è così. Il pilone della sponda siciliana sarà posizionato nel Pantano di Margi, in un’area già malamente urbanizzata con tante case anche incompiute e non interesserà Torre Faro.

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D: Il pilone di Messina distruggerà i laghetti di Ganzirri e gli ancoraggi dei cavi verranno realizzati sopra il cimitero di Granatari che dovrà essere spostato
R: No. Il progetto definitivo, consultabile online, non prevede alcuna opera nè sui laghi di Ganzirri, nè in prossimità del cimitero che non sarà in alcun modo interessato dalla infrastruttura.

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D: I cantieri paralizzeranno per anni la città di Messina
R: Il ponte non interesserà direttamente il tessuto urbano, sviluppandosi nella zona Nord di Ganzirri. L’unico cantiere che interesserà la città sarà quello dedicato alla realizzazione della nuova linea ferroviaria sotterranea.

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D: L’uscita autostradale in Sicilia sarà distante e scomoda
R: Lo svincolo sarà localizzato tra Ganzirri e Granatari e si collegherà ai tanti raccordi autostradali e svincoli già presenti. Sul fronte ferroviario, il nuovo percorso passerà da una nuova stazione dedicata in Viale Europa–Viale Italia e proseguirà fino a Ganzirri su una linea ferrata di nuova realizzazione.

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Opportunità

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D: La Sicilia non ha infrastrutture, sarebbe meglio investire prima su altro
R: Le due cose non si escludono a vicenda. Ponte e altre infrastrutture possono e devono procedere parallelamente perchè non rappresentano un costo ma un investimento che ripagano lo Stato. In molti paesi opere pubbliche realizzate in aree depresse hanno generato uno sviluppo inimmaginabile.

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D: La Sicilia non trarrà benefici economici dal Ponte di Messina
R: La Sicilia trarrà enormi benefici econonomici. Non solo turistici, ocupazionali, ma anche di posizionamento di mercato. Il grande porto commerciale di Augusta consentirà di ricevere e inviare merci (anche siciliane), via ferrovia, a tutte le regioni italiane ed europee, riducendo tempi, costi e inquinamento. Anche una piccola porzione di questo traffico basterà a incrementare sensibilmente il PIL siciliano (oggi circa 80 miliardi annui).

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D: Per attraversare lo Stretto bastano 20 minuti, quindi il ponte non serve
R: Purtroppo non corrisponde al vero. In condizioni ideali — assenza di traffico, traghetto in banchina, partenza immediata — si potrebbero ipotizzare tempi medi di 50 min. Nella quotidianità, i tempi medi oscillano tra 60 e 90 minuti con picchi ben più elevati nei periodi festivi.

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D: L’opera è inutile e antieconomica. I pedaggi costeranno più dei traghetti
R: Le anticipazioni previsionale prevedono pedaggi estremamente ridotti di circa 7-9 euro. Trattasi di una infrastruttura pubblica e come tale non necessita di recuperare direttamente i costi di realizzazione. Tuttavia i dedaggi garantiranno un gettito annuale di 800 mln ca.

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D: Non è vero che il Ponte creerà nuovi posti di lavoro
R: Le previsioni indicano 8.000 posti diretti per 6 anni (48.000 unità impiegate complessive) più circa 25.000 all’anno derivanti dall’indotto, che in 6 anni equivalgono a ulteriori 150.000 stipendi.

Criticità

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D: Tanto il Ponte non lo costruiranno mai
R: Questo è il desiderio di chi si oppone, ma la realtà è che i blocchi precedenti sono stati esclusivamente politici. Senza lo stop del 2012 del Governo Monti, oggi il ponte sarebbe già in esercizio e con un costo di realizzazione assai inferiore.

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D: C’è il rischio che resti una opera incompiuta
R: No. Non esistono opere incompiute di questo tipo. Inoltre il contratto stipulato ad agosto 2025 tra la Concessionaria e il General Contractor Eurolink prevede penali di 1 mln di euro per ogni giorno di ritardo nella consegna prevista per il 2032.

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D: Meglio sospenderne la costruzione, costerebbe meno che realizzarlo
R: Falso. La sospensione dei lavori decisa nel 2012 dal Governo Monti ha aperto un contenzioso con WeBuild S.p.A.. Se la realizzazione venisse sospesa l’azienda continuerebbe l’azione legale e se dovesse vincere, l’Italia dovrebbe pagare una penale di circa 1,5 Mld più danni, spese e rivalutazione decennale.

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D: L’Unione Europea non sostiene la realizzazione del Ponte.
R: Falso. Il Ponte di Messina rientra nel corridoio TEN-T n.1 ed è considerato strategico per il collegamento La Valletta–Palermo–Europa.

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D: Un forte terremoto potrebbe far crollare il ponte
R: La struttura del Ponte di Mesisna è stata appositamente progettata per resistere anche a un sisma di magnitudo 7.1 Richter, la massima intensità storicamente registrata nell’area di Messina nel funesto 28 dicembre 1908, terremto che distrusse la città.

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D: Un maremoto conseguente un forte terremoto potrebbe far crollare il ponte
R: L’impalcato del Ponte di Messina si erge a 72 metri sopra il livello del mare. Non sono mai state registrate onde di queste dimensioni e dunque, nel malaugurato caso, una onda anomala vi passerebbe sotto. La profonda struttura dei piloni e il loro profilo lineare non risentirebbe di un eventuale impatto.

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D: Il vento costringerà a chiudere il ponte per molti giorni l’anno
R: Non è corretto. Le rilevazioni degli ultimi 20 anni mostrano che la velocità massima del vento registrata sullo Stretto è stata di 150 km/h. In base a tali dati, il ponte è stato progettato per sostenere venti di circa 200 km/h e grazie allo straordinario profilo dell’impalcato il cd. “Messina Style”, rimarrebbe sempre percorribile con flessioni minime e impercettibili.

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D: La Sicilia si allontana dal continente, quindi il ponte è impossibile?
R: L’allontanamento geologico è irrilevante: con questa velocità, grazie all’elasticità dell’acciaio, servirebbero 4.000 anni prima di dover sostituire i giunti.

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D: Il vento costringerà a chiuderlo per 80 giorni l’anno?
R: Non è corretto. Le rilevazioni degli ultimi 20 anni mostrano che la velocità massima registrata sullo Stretto è 150 km/h. In base a tali dati, il ponte non sarebbe mai stato chiuso.